19/06/14.
Dacia Maraini a Cefalù al Cinema Di Francesca E'
stata una serata di grosso spessore
culturale. Dacia Maraini è
tornata ancora una volta a Cefalù,
questa volta per presentare il suo
ultimo libro dal titolo "Chiara
d'Assisi". L'incontro si è
svolto nel Cinema Di Francesca preparato
con grande precisione da Teresa
Triscari ed ha riscosso un grande
successo. Presente il Sindaco
di Cefalù Saro Lapunzina
che ha voluto molto questa manifestazione
e che ha preso la parola per primo
(Il
discorso del Sindaco Saro Lapunzina)
dando il benvenuto alla Maraini,
considerata la più importante
scrittrice italiana del nostro tempo.
Alla scrittrice il Sindaco ha dato
il privilegio di firmare il "Libro
Rosso" della Città di
Cefalù per indicare un rapporto
ancora più stretto tra Dacia
Maraini e la Città di Cefalù. La
manifestazione è continuata
con l'intervento di Teresa Triscari (L'intervento
della Dott.ssa Teresa Triscari)
che ha presentato la serata e che
si è avvalsa della collaborazione
di alcuni "alfieri" della
cultura cefaludesi: Antonio Franco,
che ha illustrato un aspetto
della Maraini con riferimenti biografici
e di attività letteraria;
Giuseppe Saja, che ha presentato
l'ultimo libro della scrittrice;
e Marco Manera, che ha letto in
maniera magistrale alcuni passi
del libro. Interventi, tutti apprezzati
dal numeroso pubblico e dalla stessa
autrice. Poi ha preso la parola
Dacia Maraini che ha illustrato
le motivazioni che l'hanno spinta
a scrivere questo ultimo libro dando
un particolare risalto all'Elogio
della disubbidienza, sottotitolo
del libro. A conclusione della
serata c'è stato un breve
dibattito, guidato da Giovanni Cristina,
con alcune domande rivolte all'autrice
da spettatori presenti. Molto apprezzato
e anche coinvolgente emotivanente
l'intervento di Giuseppa, una spettatrice
non vedente, che ha letto il libro
ed ha fatto una domanda sul mondo
della reclusione (campo di concentramento
per la famiglia Maraini e la vita
conventuale di Chiara). Durante
la serata è stata ricordata
Angela Diana Di Francesca, prematuramente
scomparsa Presente
alla manifestazione il Vescovo di
Cefalù, Vincenzo Manzella,
il capitano CC Palazzetti, l'Assessore
Marinaro. Alla fine l'autrice
si è soffermata a lungo con
i presenti firmando personalmente
il libro che si trova presso la
libreria Misuraca.
Le
FOTO di Armando Geraci
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Il
discorso del Sindaco
Saro Lapunzina Eccellenza
Reverendissima, Autorità, gentili ospiti, cari relatori, componenti del
comitato d’onore e del comitato promotore nel porgere il mio più cordiale
saluto a tutti voi intervenuti per rendere omaggio a Dacia Maraini, desidero
subito esprimere alla nostra illustre ospite, insieme a un caloroso benvenuto,
il più vivo compiacimento per il volume dedicato alla figura di Chiara d’Assisi
che oggi, con raro privilegio, presenta nella nostra città.
Con
la manifestazione odierna (per la quale ringrazio pubblicamente l’Onorevole
Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha concesso il Patrocinio e gli
auspici, gli illustri relatori, e la dottoressa Teresa Triscari, per la
passione, l’impegno e la competenza che ha profuso nell’organizzazione) Cefalù
vuole ribadire la propria vocazione culturale e la volontà di puntare alla
programmazione di eventi di alto livello e di notevole importanza sociale ed
educativa. Con oggi prende l’avvio un viaggio nella letterario che ci porterà
ad incontrare autori di grande importanza nello scenario culturale
contemporaneo.
Contrariamente
a quanto sostiene qualcuno, siamo fermamente convinti che con la cultura ci si
nutre, si arricchisce il proprio io e la propria anima, in quanto essa fornisce
gli strumenti per guardare il mondo con occhi più attenti, per essere cittadini
consapevoli per diventare autenticamente protagonisti delle proprie scelte,
proprio come lo fu Chiara d’Assisi.
Una
donna che, come apprendiamo dalla lettura del libro, seppe spezzare le
convenzioni e i pregiudizi dell’epoca in cui visse portando avanti una scelta
di povertà estrema e consapevole che, a tanti secoli di distanza, rappresenta
un inno alla libertà e uno squarcio di luce che svela i valori autentici
dell’esistenza in un mondo contemporaneo proteso verso i falsi miti del denaro,
del successo, del possesso e del consumo.
Desidero
esprimere pubblicamente la mia emozione per la presenza di una grande
scrittrice di così grande rilievo nel panorama letterario italiano e
internazionale.
Dacia
Maraini è sicuramente tra gli autori contemporanei più noti e tradotti al
mondo, amata dal pubblico e apprezzata dalla critica per la sua attività di
scrittrice e di donna da sempre caratterizzata dall’impegno civile a favore dei
diritti delle donne e del rispetto delle minoranze nonché per la sensibilità
culturale e sociale che non manca mai di mostrare attraverso i suoi scritti.
Una
scrittrice impegnata, da sempre, nella difesa del ruolo e della dignità delle
donne, un ruolo e una dignità sempre più mortificati, come ci dimostrano
tristemente anche fatti di cronaca di questi ultimi giorni, che testimoniano di
violenze brutali nei confronti di donne e bambini. Fatti che offendono la
nostra sensibilità e che obbligano tutti e ciascuno ad interrogarci seriamente.
In
tal senso l’esperienza intellettuale di Dacia Maraini diviene ancora più
preziosa in quanto rappresenta una delle punte più avanzate della nostra
cultura, proprio per aver operato una riflessione sul ruolo che oggi la
letteratura e, più in generale, la scrittura possono svolgere.
Gentile
dottoressa, La sua presenza ci onora doppiamente perché la stimiamo sia come
scrittrice di fama internazionale sia come attenta osservatrice e protagonista
della vita culturale e dell’esperienza politica e democratica del nostro Paese.
Per
questo La invito a scrivere una dedica e ad apporre la sua firma sul “ Libro
Rosso di Cefalù”, manoscritto che raccoglie le memorie della nostra città sin
dal XV secolo, in maniera tale che le sue parole rechino una testimonianza
indelebile nel ricordo delle future generazioni.
Grazie
di cuore.
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la
firma sul Libro Rosso
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L'intervento
della Dott.ssa Teresa
Triscari
Eccellenza,
autorità, signori e signore, ma soprattutto carissimi amici, buonasera e
benvenuti a questa manifestazione che vede la presenza della scrittrice
italiana più nota al mondo, Dacia Maraini, che ringrazio per aver accettato il mio,
il nostro invito, perché si è trattato proprio di un invito corale.
Dacia
è una scrittrice internazionale, notissima ed emulata anche all’estero,
tradotta in più di venti lingue, è una personalità poliedrica, varia e
variegata, vincitrice di premi come lo Strega, il Campiello, e non solo, candidata
al prestigioso Man Booker Prize e in testa alle classifiche del Nobel. E’ scrittrice, poetessa, saggista, giornalista,
autrice di sceneggiature cinematografiche come quello splendore de “Il fiore
delle mille e una notte” scritta insieme a Pasolini in sole due settimane; si è
occupata anche di teatro, di problemi sociali e civili come il problema della
donna e dell’immigrazione. E’ sensibilissima all’arte, è autrice di un testo
fondamentale sulla pittura “La pittura al femminile in Sicilia”, cura attente e
non facili ricerche storiche. E’ anche traduttrice. Lei stessa definisce la
traduzione un viaggio, un viaggio da una scrittura a un'altra, da una lingua a
un'altra, da una cultura a un'altra.
Naturalmente non è facile organizzare un
incontro con una personalità così fervida e composita, quindi, innanzitutto, mi
sono circondata di validi alfieri della cultura e poi, questa sera, di Dacia
Maraini abbiamo cercato di presentare solo uno spaccato che si basa, da un
lato, sull’impegno civile, che è uno dei momenti cardini dell’impegno culturale
di Dacia e che questa sera analizzeremo nel suo ultimo lavoro “Chiara di
Assisi” dove l’impegno civile, l’impegno civile di Chiara, è dominante e
predominante, quasi il protagonista del romanzo.
L’altro
lato che abbiamo voluto ritagliare dalla poliedricità di Dacia è quello del suo
vagabondare, di quel suo nomadismo poetico che, direi, serpeggia e campeggia un pò in tutte le sue opere, da “Bagheria”
alla “Grande festa” e che il regista Irish Braschi ha saputo estrapolare dai
suoi libri e dalle conversazioni con Dacia e presentare nel film “Io sono nata
viaggiando” che avete visto ieri sera. Una continua poesia quella di
Dacia.
La
manifestazione è stata fortemente voluta dal Sindaco, Rosario Lapunzina, impegnato in una raffinata azione
di sviluppo della cultura italiana e straniera e dei valori che essa trasmette;
dal sindaco Lapunzina che, nelle sue linee di politica culturale predilige chi
della Sicilia ha fatto e fa la sua terra
d’approdo.
E
Dacia Maraini in Sicilia è sempre approdata, e con opere come “ La lunga vita
di Marianna Ucrìa”, capolavoro letterario di tutti i tempi; con “Bagheria”,
altro gioiello del nostro patrimonio culturale; con “La ragazza di via
Maqueda”; con il ricco saggio “La pittura al femminile in Sicilia”: con “Donne
del Risorgimento”, dove fa cenno anche a donne di Cefalù, quelle donne che
combatterono insieme alle sorelle Botta, alle Oddo, quelle donne che sono state
tratteggiate anche da Angela Diana Di
Francesca che questa sera vogliamo ricordare. Oggi Dacia approda a Cefalù con
“Chiara d’Assisi” dove il contraltare della grande Chiara è la palermitana
Chiara Mandalà. Dacia ritorna sempre e comunque in Sicilia, da quando suo
padre, il grande etnologo e linguista Fosco Maraini, corre in motocicletta da
Firenze in Sicilia per chiedere la mano
della madre, la splendida Topazia Alliata, “a fimmina chi causi” come la
chiamavano a Bagheria. “Chi causi” ! Dacia torna sempre in Sicilia, alla sua
Sicilia dei gelsomini, dei colori, degli odori struggenti e sensuali, dei
vezzeggiativi di incolmabile amore (il padre la chiamava Daciuzza). dove termini, come “figghiuzza” e “cappidduzzu” sono
carichi di tenerezza, di amore vissuto, come dice Dacia. Certo, i primi anni
della sua vita Dacia li ha trascorsi in questa terra splendida e povera
degli dei, tra statue barocche e
castelli medievali, tra i mostri della villa Palagonia, tra giardini e campi
arsi, in mezzo alla trama di una storia
da capire, da scoprire, da studiare, da fotografare e, soprattutto, da
inseguire. Un angolo di mondo pregno di quell’umanità di cui ci parla Antonino
Buttitta, amato e apprezzato anche da Dacia.
Oggi Dacia ritorna in Sicilia, approda qui, a Cefalù e idealmente, il
nostro Sindaco, le offre le chiavi della città, quella stessa città che le
aperto le sue antiche e gloriose porte medievali.
Benvenuta,
Dacia.!
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17/06/14.
Dacia Maraini a Cefalù (venerdì
19 giugno 2014) al Cinema Di Francesca
L’impegno civile e il nomadismo poetico di Dacia Maraini Dacia Maraini, la scrittrice italiana più tradotta all’estero; da anni in testa tra i candidati al Nobel; una personalità poliedrica, varia e variegata; con un aspetto dolce e quasi trasognato. Con Dacia credo sia d’obbligo il “quasi” perché è una persona, sempre e comunque, composita, e non sapresti dire dove finisce la sua dolcezza e dove inizia invece la sua graffiante determinazione. Bisogna fare attenzione perché ti potrebbe redarguire. Una donna sicuramente combattiva, e dolce. A Cefalù, il 19 di giugno, presenterà il suo ultimo libro intitolato, con grande semplicità semantica, “Chiara di Assisi” che ha un sottotitolo che svela la chiave attraverso la quale la scrittrice rievoca la figura di Chiara: "Elogio della disobbedienza". Il tema della libertà, della terribile libertà di Chiara è centrale in queste pagine. Ma anche la dimensione della spiritualità. La ricerca storica ha sempre avuto un ruolo importante in Dacia Maraini che, con “La lunga vita di Marianna Ucrìa” e “ Il treno dell’ultima notte” ci ha dato proprio dei capolavori. Ma in questo caso è anche qualcosa di più perché inaugura la nuova collana Rizzoli “Altri eroi”, vite di personaggi esemplari riscritte da penne di oggi. Ricostruzione storica e attualizzazione, realizzata grazie all'espediente di una ragazza (Chiara Mandalà, palermitana) che si rivolge all'autrice chiedendole di approfondire e raccontare la vicenda di Chiara, sono i momenti cardini di questo libro dal quale emerge la fascinazione che queste figure storiche sanno esercitare sui contemporanei, sugli scrittori, su chi come Dacia Maraini non si muove entro un orizzonte religioso o di fede. Quest’aspetto, in verità, rende ancora più interessante il corpo a corpo fra la scrittrice e la santa. Segno che, di fronte a scelte così radicali, a figure così umanamente affascinanti, credenti e non credenti, ci si ritrova vicini e capaci di dialogare. Il libro non è altro che un incontro tra la grande scrittrice contemporanea e una figura medievale, spirituale e rivoluzionaria come santa Chiara, figura mistica e silenziosa. Una giovane nobile che scelse in modo coraggioso, e persino contraddittorio, di cambiare la sua vita per entrare nella storia. Un esempio di passione disobbediente, un prototipo d’impegno civile, un modello di ricerca di quel Vangelo di cui ancora oggi si parla. Seppure in clausura, Chiara, insieme ad altre consorelle, è stata la prima a riuscire a far sentire il suo messaggio. Verrebbe in mente oggi, come equivalente, il nome di Aung San Suu Kyi che, dalle finestre di casa sua, è riuscita a liberare la Birmania. Allo stesso modo Chiara, da lì dentro, con la sua forte personalità, riusciva ad agire sulla comunità esterna. Due le cose eversive che ha professato: il rapporto diretto con Dio e la rinuncia a qualsiasi proprietà senza passare attraverso le istituzioni. Questo era eversivo. E così scopriamo che “La libertà non è solo arbitrio, rifiuto delle regole. E’ anche curiosità, scoperta, vagabondaggio. La meravigliosa, terribile libertà di Chiara di essere nudi al mondo”. In occasione della venuta della scrittrice a Cefalù, vengono presentati anche due film, “Marianna Ucrìa” di Roberto Faenza, capolavoro filmico tratto dall’omonimo capolavoro letterario della Maraini, film notissimo e famoso sul quale, perciò, non indugio e “Io sono nata viaggiando” di Irisch Braschi, solo da pochi mesi al cinema, prodotto dalla Solaria Film diretta da un giovane e promettente intellettuale, Emanuele Nespeca. E qua ritorna il fascinoso tema del vagabondaggio. Il film rievoca infatti la vita e la vocazione al viaggio, quasi connaturata, della Maraini, le sue peregrinazioni, anche mentali, la sua ricerca della storia, dei luoghi, della vita, il suo poetico vagabondare, sempre con amici. Con un Pier Paolo Pasolini alla ricerca di ambientazioni per film magari mai girati con cui facevano casting tra le capanne; con una Callas, di un’ingenuità sconfinata, innamorata di Pier Paolo che s’illudeva di convertirlo all'eterosessualità; con un Moravia instancabile di viaggiare che dopo ore e ore di jeep voleva, magari, andare a ballare, Sono nata viaggiando è un film-documentario sulla vita nomade della famosa scrittrice. Un nomadismo poetico, quello della Maraini, celebre per capolavori letterari tradotti in tutte le lingue, come La lunga vita di Marianna Ucrìa, Bagheria, Buio, Il treno dell’ultima notte, Un clandestino a bordo. La Maraini di viaggi ne ha fatti tanti. I più intensi, appunto, con Alberto Moravia, tra il '62 e il '78; e con l'amico Pier Paolo Pasolini.Viaggi che erano, prima di tutto, una forma di sinestesia culturale con gli stessi membri del gruppo. Con Pasolini, Dacia, infatti, scrive quella magnifica sceneggiatura de “Il fiore delle mille e una notte” dove parola e immagine; parola, colore, suono si compongono e ei scompongono a vicenda in una sinfonia di stili. Nel documentario, i super 8 girati dalla Maraini, altro esempio dello spirito eclettico della scrittrice, si coniugano alle immagini d'epoca dell'Istituto Luce e raccontano settanta anni di storia non solo italiana. Si vede Moravia che urla di rabbia ai funerali di Pasolini, assassinato nel 1975, tra i volti sgomenti di Bernardo Bertolucci, Alberto Arbasino, Enrico Berlinguer. Si vedono le riunioni dei collettivi femministi, i primi scioperi e i cortei studenteschi del 1968. C'è Dacia alla scoperta della beat generation a San Francisco e c'è la conferenza tricontinentale a Cuba, dove, nel '66, lei e Moravia incontrarono Fidel Castro. C'è la Cina della rivoluzione culturale visitata nel 1967: In questo peregrinare Dacia ricorda di aver dormito, una volta, persino in una caserma, in Yemen, dentro uno stanzone con 200 letti e un solo bagno. Quella volta, con Alberto e Pier Paolo assistettero alle nozze del cavallo con la luna. C'erano un cavallo bianco, grosso come una montagna, e una dea bambina, coperta di ori. Era un mondo fiabesco dove case di fango e paglia convivevano con torri fatte di merletti bianchi. Pier Paolo fece delle riprese per Il Fiore delle mille e una notte. La passione di Dacia per i viaggi è quasi connaturata, è una diretta filiazione. La nonna paterna, inglese, se ne andò da sola in Persia e in India, pubblicando diari di viaggio. Anche la nonna materna, cilena, figlia di ambasciatore, girò il mondo. Il padre, Fosco, da antropologo, fece dei viaggi il suo mestiere. “Sono nata viaggiando” ci racconta la vita di Dacia, la sua storia, i suoi silenzi, il suo coraggio, il suo impegno politico e sociale, la sua attenzione per i problemi dell’immigrazione e per la condizione femminile. Ma anche la nostra storia, un pezzo di storia che ci appartiene. E poi il film ha la fascinazione dei colori, che sembrano tradurre la forza cromatica presente nella semantica del linguaggio di Dacia; ha la malia di una voce narrante profonda, simile a quella della scrittrice; ha le suggestioni dei luoghi; ha il sapore di ciò che ti appartiene; ha la magia del profumo dei fiori, della Sicilia, dell’intensità’struggente e sensuale dei gelsomini, “la mia Sicilia dei gelsomini” come dice la Maraini, …. quasi una “mia Africa”. Il nomadismo poetico di Dacia, quel nomadismo cui tutti intimamente, inconsapevolmente, magicamente, aspiriamo, diventa qui un luogo dell’anima. Il nostro luogo. Teresa Triscari |
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