22/10/12.
Beppe Grillo e Sgarbi in Piazza
Duomo - LE
FOTO Beppe
Grillo
- Vittorio
Sgarbi
Riportiamo
alcuni commenti riportati sui blog
e siti locali
E Grillo riporta la speranza fra la gente...
(Cefalunews) Andranno a casa i politici che hanno distrutto la Sicilia? Il voto di domenica e
lunedì manderà a casa l'attuale classe politica siciliana arrogante, e senza
progetti, buona solo a mettere soldi nelle proprie tasche? Per Beppe Grillo non
ci sono dubbi. Il 28 e 29 ottobre la Sicilia volterà pagina. «Siamo il secondo
partito italiano ed il primo in Sicilia. É il segnale che qualcosa sta
cambiando, anzi è cambiato» ha detto il leader del movimento cinque stelle alla
folla che lo ha ascoltato tra il silenzio e gli applausi scroscianti. Che
qualcosa possa cambiare davvero fra domenica e lunedì lo testimonia proprio la
folla di persone arrivate in piazza Duomo per ascoltare lui, il volto nuovo
della politica italiana, che da alcuni giorni sta attraversando la Sicilia per
conoscere l’Isola e dare ai siciliani quelle parole di speranza che i politici
di professione non sanno e non possono più dare. Per Grillo si è davanti ad una
rivoluzione culturale che manderà a casa i signori della politica che oggi non
vanno più in piazza ad incontrare la gente, perché le trovano vuote. A
chi lo ascolta, Grillo parla di una democrazia partecipata, di scelte da fare
con i referendum, di progetti da condividere e di bilanci da rendere
trasparenti. La gente che lo ascolta condivide ed applaude. Alla folla di piazza
Duomo il leader del movimento cinque stelle racconta il suo giro in Sicilia.
Parla dello scempio che ha visto all’agglomerato industriale di Termini Imerese,
delle arance siciliane che non ha trovato sulla tavola, della caponata e
dell’arancina messinese che ancora non ha digerito. Parla dell’agricoltura
isolana distrutta, dei collegamenti ferroviari da terzo mondo e della littorina
che ancora tira il treno fra Scordia e Vizzini dove proprio lui, Grillo, ha
toccato con mano cosa significa muoversi in Sicilia. Alla folla spiega i
vent'anni di inciucio tra Berlusconi e la Sinistra: "Sono stati come Bartali e
Coppi che si passavano la borraccia dell'acqua". Il comico genovese ha parole
dure per Monti, definito il liquidatore dell’Italia, e per un’Europa nella quale
un referendum dovrà dire se restarci o meno. Grillo parla di tecnologia non
sfruttata, lavoro negato, morti bianche e fondo di solidarietà da costituire con
i tanti soldi che oggi incassano ingiustamente i politici. Grillo parla del
debito pubblico e racconta le esperienze portate avanti in America Latina, in
Equador ma anche in Argentina. Andranno a casa i politici in giacca e
cravatta che cercano ancora di illudere la gente dopo averla derubata di tutto
con tasse e leggi inique che sono buone solo a portare monete nelle loro tasche?
Per Grillo non ci sono dubbi. La folla sembra essere con lui, la gente lo segue
e lo ascolta. A Cefalù lo ha accolto all’ingresso del paese quando vi ha
sbarcato con il suo camper. Lo ha accompagnato fino in piazza Duomo fra
applausi, strette di mano e quelle che lo stesso Grillo ha definito “manate di
affetto sulla camicia”. Il voto di domenica e lunedì dovrà rispondere
anche ad alcune domande tutte cefalutane. Dopo il voto delle regionali cambierà
la geografia politica cefaludese o si rafforzerà la classe politica che da anni,
a suon di inciuci, tiene sotto il giogo lo sviluppo del territorio e della
città? La risposta arriverà dalle urne già nella serata di lunedì. Da martedì
invece, si annunciano cambiamenti in consiglio comunale dove, pare, ci sono già
in procinto di lancio verso il movimento cinque stelle alcuni consiglierei
comunali… cambierà qualcosa a Cefalù? /Cefalunews) Grillo
a Cefalù: Finiu 'u tempu d'u futti futti ca Diu perdona a tutti
(Fonte: Nebrodi e Dintorni Blog) Cefalù (Pa), 22/10/2012 -Beppe Grillo a Cefalù al termine del suo incontro con la cittadinanza, questa sera, in una piazza gremita ha detto: "Per i titubanti: è meglio fare un salto nel vuoto con loro del Movimento 5 Stelle che un suicidio assistito con questi qua". Prima di lasciare il palco, il leader del Movimento Beppe Grillo ha sorpreso tutti presentando il comizio di Vittorio Sgarbi. "Poi un'altra cosa volevo dire, subito dopo ci sarà Vittorio Sgarbi - ha detto Grillo - , vi invito a rimanere perché nell'arte, nella cultura è una persona da sentire. E se ci sono dei grillini che vogliono contestare che vadano via. Se state qua è per applaudire una persona che di cultura ne capisce. Quindi un abbraccio a tutti...". Poco prima che Grillo lasciasse la piazza di Cefalù, è stato avvicinato da un signore tra il pubblico: "Grillo, ti devo imparare una frase in siciliano: "Finiu 'u tempu d'u futti futti ca Diu perdona a tutti. " Risate... E Grillo divertito ha detto ai suoi collaboratori "questa segnatela", continuando a ripetere la frase lui stesso con buon accento siciliano: "Finiu 'u tempu d'u futti futti ca Diu perdona a tutti. Finiu 'u tempu d'u futti futti ca Diu perdona a tutti"
(Fonte: Nebrodi e Dintorni Blog)
Grillo fa sua Piazza Duomo e a Sgarbi non resta che guardare
(Davide Bellavia, Madonielive) Una piazza Duomo gremita ha accolto l’arrivo del leader di M5S a Cefalù, tappa cruciale in vista dell’appuntamento elettorale di domenica prossima, regalando un altro bagno di folla al comico genovese. Dritto al punto. “Siamo il secondo partito italiano ed il primo in Sicilia – tuona Beppe Grillo – è il segnale che qualcosa sta cambiando, anzi è cambiato.” E’ ovvio che nell’ultimo anno il movimento cinque stelle ha fatto passi da gigante grazie all’impegno profuso dai militanti e non solo. Complici il diffuso malcontento, che la compagine di Grillo sta cavalcando, e gli assist serviti loro dalla ‘politica convenzionale’. D’altronde è impossibile non riconoscere nel progetto di Beppe Grillo una natura rivoluzionaria ed avanguardista. La battaglia per l’utilizzo di energie alternative e rinnovabili, auto ad impatto zero, la democrazia partecipata di cui il web si fa volano, una nuova concezione dell’agricoltura e dei consumi. Tutto questo però non basta. Probabilmente per espugnare l’ARS serve qualcos’altro. I risultati ottenuti fino ad oggi sono diretta emanazione del carisma del leader, personaggio poliedrico, abilissimo nell’arringare la folla e che riesce a trattare tematiche impegnative che vanno dal Fondo Monetario Internazionale alle politiche ambientali mischiandole sapientemente a ricche dosi di ironia. I candidati paiono delle copie sbiadite dell’originale. Non stupiscono, non convincono. Il M5S corre il rischio di creare false aspettative negli elettori, e deluderli. Terminato l’incontro coi grillini, sul palchetto di piazza Duomo è stata la volta del critico d’arte più discusso d’Italia – Vittorio Sgarbi – introdotto dallo stesso Grillo. La piazza, fino a qualche minuto prima colma di gente, si è quasi di colpo svuotata, lasciando l’ex candidato primo cittadino di Cefalù quasi da solo ad imprecare contro Beppe Grillo, reo di aver definito Cefalù un “paesino”. Peraltro il comico – quello di Genova – pare avesse usato tale vocabolo per enfatizzare l’amenità del borgo normanno, non per svilirlo. Ancora una volta vittima delle sue invettive il solito “pizzaiolo” e lo Stato “mafioso”.(Davide Bellavia,
Madonielive)
Cefalù,
la piazza è di Grillo: “Siamo noi il primo partito” (Riccardo Gervasi, lavoceweb.com)
Poco entusiasmo al comizio di Sgarbi Dopo avere attraversato a nuoto lo Stretto, Beppe Grillo conquista la piazza di Cefalù. Come aveva fatto già in altre città siciliane. Ora è lui ad attrarre le folle dove fino a qualche mese fa era Vittorio Sgarbi la grande novità. Ieri sera, nel confronto tra i due "showman", proprio Sgarbi è apparso in credito di risorse e di energie. Da consumato uomo di scena, Grillo ha recitato la sua parte, anche se ormai il suo repertorio non trova altri spunti per rinnovarsi. La sua è una denuncia itinerante ricca di enfasi, populismo e demagogia: “La mafia non è più qui, ce l'avete mandata al Nord, nella Lombardia di Forminchioni" ha detto storpiando volutamente il nome del governatore. Grillo se l’è presa con tutti i partiti rei di essersi dimenticati dei cittadini perché intenti soltanto a curare i propri interessi. E forse ha pure ragione, ma non si è fermato e ha affondato il dito nella piaga, respingendo ogni accusa che gli è stata rivolta: “Hanno paura di noi – ha detto al pubblico che affollava piazza Duomo – perché siamo noi il primo partito dell’Isola”. Poi ha attaccato il Parlamento “pieno di condannati” per spiegare che non si può pretendere che gli italiani ubbidiscano a leggi fatte da chi le viola costantemente. “Se ne devono andare tutti a casa” se non altro “perché oggi vedo uno sguardo diverso in tutti voi, segno evidente che qualcosa in quest’Isola è cambiata”. E se Grillo, rivolgendosi al leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, lo ha paragonato a “Cetto la Qualunque”, non da meno sono state le critiche rivolte al candidato del Pd, Rosario Crocetta. “Un bravo sindaco – ha detto Grillo – ma ha sbagliato a ripetizione. Perché non ci si può dimettere dalla carica per essere eletti al Parlamento europeo. E ora ha mollato anche la carica di eurodeputato per venire a fare il presidente della Regione”. Presentando i candidati del suo movimento, Grillo ha detto che, se eletti all’Assemblea Regionale, percepiranno soltanto 3 mila euro e devolveranno gli altri 17 mila alla Regione. Perché loro del Movimento a 5 Stelle non intendono la politica come un affare privato, ma come spirito di servizio. E poi in un bagno di applausi, il cabarettista ligure ha pure dato la ricetta per risolvere la grave crisi economica: “Occorre – ha detto – eliminare il debito pubblico. E questo è possibile soltanto se al governo di un Paese c’è gente onesta disposta a lottare per non far pagare ai cittadini debiti da altri contratti”. Di tutto questo non si sente nulla nei media perché, secondo Grillo, sarebbero tutti asserviti al potere politico. Gli stessi “talk show – ha aggiunto – sono frutto di una televisione controllata dai partiti. E i conduttori hanno due soli obiettivi: lo share e la cieca e totale obbedienza al partito”. Grillo ha parlato anche di politiche energetiche rinnovabili, specialmente in una terra come la Sicilia che gode di un clima favorevole. E non ha mancato di contestare certe idee come quella del ponte sullo Stretto perché “ non è pensabile che si pensi a infrastrutture faraoniche dove mancano i servizi essenziali come quelli della viabilità stradale e ferroviaria”. Un’altra, invece, è sembrata la posizione di Vittorio Sgarbi che ha tenuto il suo comizio subito dopo quello di Beppe Grillo. “Non è possibile – ha detto – parlare sempre e soltanto del tema dell’onestà. Il male della Sicilia è quello di essere governata da una classe politica ignorante. I politici siciliani sono come e peggio delle capre. Quello che manca è la cultura. L’onestà di chi fa politica – ha continuato Sgarbi citando Benedetto Croce – sta nel saper fare politica”. Sgarbi, che è venuto a Cefalù per dare il proprio appoggio alla candidatura di Nello Musumeci del Pdl, ha detto che “il futuro della Sicilia è nella sua stessa natura, nella bellezza dei suoi luoghi”. Proprio per questo è contro ogni forma di politica energetica alternativa e rinnovabile che con le pale eoliche e i pannelli solari finirebbe con il cancellare quella stessa bellezza. Poi, come è ormai nel suo repertorio, ha lanciato le sue invettive allo Stato che impedendogli di vincere le elezioni a sindaco ha negato alla Sicilia la sua libertà. Uno Stato che si è inventato un nemico da combattere – la mafia – anche quando è assente. Uno Stato che in un momento di crisi economica spende 5 miliardi di euro per acquistare 90 cacciabombardieri che non servono a nessuno, mentre poi si cerca di tagliare altrove i fondi per far quadrare i conti. Insomma, a pochi giorni dal voto Cefalù in una sola serata ha fatto il pienone in piazza Duomo. Prima Grillo e poi Sgarbi hanno presentato un quadro dell’Isola da due prospettive differenti. E se Grillo ha riempito la piazza e apertamente ha mostrato le crepe del sistema Italia in nome del rinnovamento – non senza il rischio di una deriva antipolitica e qualunquista – Sgarbi è apparso piuttosto stanco e con un repertorio, forse, ormai consumato. Sgarbi non ha detto chiaramente da che parte sta, ma lo ha lasciato intendere a quei pochi rimasti dopo il comizio show di Beppe Grillo. Ma se il critico di Ferrara, in nome della rivoluzione, ha finito per appoggiare il candidato del Pdl alla presidenza della Regione, viene da chiedersi che fine abbia fatto quell’ideale rivoluzionario e antipartitico mostrato dallo stesso Sgarbi la scorsa primavera. Tranne che non si voglia pensare a una discontinuità politica che prima era la sua forza e ora può diventare un fattore di debolezza attrattiva. 23.10.2012,
(Riccardo Gervasi,
lavoceweb.com)
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