11/06/2023.
A Siracusa la Commedia di Aristofane:
LA PACE Trama
(da wikipedia): Ad Atene la guerra del Peloponneso imperversa e la Grecia è provata dal protrarsi di questa guerra infinita. Trigeo, vignaiolo dell'Attica, esausto per le tribolazioni patite, si risolve a tentare di incontrare le divinità olimpiche per chiedere loro la liberazione della Pace, ossia la dea Eirene, che permetta la cessazione delle ostilità tra Atene e Sparta. Vola così verso il cielo a cavallo di uno scarabeo stercorario (una parodia di alcuni temi trattati nelle tragedie).
Tuttavia il viaggio riserva una triste sorpresa: gli dei hanno abbandonato i cieli di Grecia, disgustati dalla cattiveria umana. Ad annunciarglielo è Ermes, l'unico ancora rimasto perché custode delle masserizie. Trigeo assiste alle azioni del gigante Polemos e del servo Tumulto, due tipacci che hanno sequestrato la Pace in un antro custodito da enormi macigni e si accingono a maciullare le poleis greche in un mortaio. Tale mortaio non può peraltro essere utilizzato a causa della mancanza di un pestello, ovvero un uomo capace, un bel mestatore, in grado di trascinare le poleis in una lotta fratricida. Uomini del genere un tempo abbondavano in terra di Grecia: Cleone l'ateniese, per esempio, oppure Brasida, il pestello spartano. Ma entrambi sono ormai morti. Trigeo, appresa la notizia, capisce che è il momento favorevole per agire, ossia chiamare a raccolta tutti i greci e, insieme, liberare Eirene dalla sua prigione. Ne nasce una sequenza di equivoci alla fine dei quali, tra i popoli dell'Ellade, solo i contadini danno prova di possedere le doti di concordia necessarie a reggere l'impresa. Ma alla fine i macigni sono rimossi e la Pace può riemergere dalle viscere della terra, con gran dispiacere di mestatori mercanti di armi. Regge in braccio il piccolo Pluto, simbolo dei beni che si possono trarre dalla natura e si accompagna ad Opora, la stagione del raccolto, e a Teoria, la Festa. Trigeo e Opora scatenano la gioia di tutti, manifestando, a sorpresa, l'intenzione di sposarsi. La scena si chiude allora con un komos nuziale condito da lazzi salaci, oscenità e piccanti allusioni. Non si venderanno più armi, non si vestiranno più elmi, né si mangerà più cacio e cipolle, e la vita non si consumerà più in terribili guerre. REGIA DI DANIELE SALVO, IL PROTAGONISTA È
GIUSEPPE BATTISTON Lo spettacolo, con la regia di Daniele Salvo, nella traduzione dal greco di Nicola Cadoni, vede il popolare attore Giuseppe Battiston nel ruolo di Trigeo, il vignaiolo dell’Attica che sale sull’Olimpo in sella a uno scarabeo stercorario per riportare la Pace sulla terra. La Fondazione INDA mette in scena l’opera di Aristofane per la prima volta in 109 anni di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa. Lo spettacolo resterà in scena fino al 23 giugno. “Si tratta di un testo originalissimo, visionario, sorprendente, spiazzante e perturbante – racconta Daniele Salvo. Ai nostri giorni, nella situazione storica attuale, in cui a ogni istante rischiamo un’estinzione di massa, le parole di Aristofane appaiono particolarmente profetiche ed illuminanti. Penso ad uno spettacolo appositamente creato affinché un pubblico vasto possa godere dell'emozione e della bellezza del teatro classico, assaporandone l'essenza più pura, lasciandosi cadere nella vertigine dello straordinario linguaggio di Aristofane”.
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