10/03/18. Archeoclub:
Conferenza "La Medicina delle
Muse" Di Antonietta Provenza La
musica come cura nella Grcia Antica Sabato 10 marzo, alle 17.30, nella Sala delle Capriate del Palazzo di Città, in piazza Duomo a Cefalù, per il ciclo "Conferenze di Marzo" - a cura dell'Archeoclub d'Italia sede di Cefalù - la professoressa Antonietta Provenza presenterá il suo studio monografico: "La medicina delle Muse. La musica come cura nella Grecia antica". Lo studio monografico, pubblicato da Carrocci editore nel 2016, è presentato, come segue, dalla stessa autrice: 《I riferimenti agli effetti rasserenanti della musica sono ampiamente diffusi nei testi letterari greci sin dalle origini. Insieme con tale constatazione empirica, si sviluppa l'idea che la musica, nelle forme dell' "incantesimo cantato" (epodè) e del peana, sia in grado di curare i mali. Da questi aspetti della musicoterapia, strettamente connessi con religione e magia, nasce, a partire dai Pitagorici, la riflessione sull'efficacia psicagogica della musica (capacità di "guidare" l'anima, persuadendola), alla quale si riconosce un'affinità con l'anima che ne determina l'effetto terapeutico: agendo come catarsi, la musica controlla le emozioni, "corregge" le disposizioni caratteriali e influenza i comportamenti individuali. L'interazione fra filosofia, teoria musicale e medicina, che si individua già in questi concetti ed è radicata nelle considerazioni sugli effetti della musica offerte dalla dottrina dell'ethos musicale - per noi rappresentata in misura preponderante da Platone -, e dalla riflessione di Aristotele sulla catarsi musicale, disegna un panorama vario e complesso, in cui si riconosce alla musica un'affinità con l'anima che ne determina l'efficacia terapeutica. Tale aspetto risalta ulteriormente nella teoria delle pulsazioni, che si serve delle considerazioni musicologiche sul ritmo. Le testimonianze su casi di terapia musicale appaiono pertanto come efficaci "exempla" della ricchezza di risorse offerte dalla musica, che cura insieme l'anima e il corpo, instaurando quella visibile compostezza (la euschemosyne platonica) in cui si riflette pienamente l'equilibrio psicofisico dell'individuo》.
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