033. 10/04/09.
GIORNATA
DI LUTTO NAZIONALE PER IL TERREMOTO
IN ABRUZZO
Duecentocinque bare allineate, 1600 sedie, 5 mila di persone nel piazzale della
caserma della Guardia di Finanza di Coppito, a un passo dall'Aquila per i
solenni funerali di Stato con rito interreligioso.
Il bilancio è di 292 morti (due ancora da identificare), 1.600 feriti e 29 mila
sfollati. Angoscia e dolore in Abruzzo e nel resto del paese. Non si fermano le
scosse di assestamento che provano oltremodo la popolazione. Ieri sera un
violento sisma è stato registrato intorno alle 21.40 (intensità 4,9 gradi della
scala Richter), un altro stamattina alle 5.22 (magnitudo 3,7) e alle 8.41
(magnitudo 3). Continua la paura a Campotosto: gli abitanti hanno lasciato le
loro case e si sono riunite nel campo sportivo, poi nel
piccolo centro è arrivato l'Esercito. Presi
sospetti sciacalli
L'Aquila, tantissima gente ai funerali, nel piazzale 205 feretri Berlusconi
lo segue commosso tra la gente. Il messaggio del Papa: "Tragedia immane"
Bare bianche, lacrime e dolore L'addio alle
vittime del terremotoL'AQUILA - Quando mancano ancora due ore all'inizio dei funerali delle
vittime del sisma che ha colpito l'Abruzzo, in tanti già affollano il cortile
della caserma della Guardia di Finanza di Coppito. Una lunga fila di macchine è
incolonnata sulle strade che portano alla caserma. Alla fine il grande spiazzo
si riempirà completamente. Di gente e di dolore. Nel mezzo ci sono 205 bare
allineate. Alcune sono bianche. Coperte di peluche e orsacchiotti. Quella di
Antonio Iovan, la vittima più piccola del terremoto, è lunga poco meno di mezzo
metro. Antonio è morto prima di compiere tre mesi e la piccola cassa che lo
contiene è sopra quella della mamma Darinca.
Sono funerali di Stato
quelli di oggi. Funerali di una tragedia che ha segnato l'intero Paese. E che ha
aperto gravi interrogativi sulle responsabilità. Alla spicciolata arrivano le
autorità. Il presidente Napolitano, i presidenti di Camera e Senato, Fini e
Schifani, il ministro dell'Interno Maroni e il sottosegretario Letta, il
segretario del Pd Dario Franceschini, l'ex presidente Ciampi. Arriva anche
Berlusconi che punta verso i familiari delle vittime. E' commosso, stringe mani
e abbraccia. Si siede tra i parenti, una strana smorfia di dolore, quasi
d'incredulità, sul volto. Le mani intrecciate che, in certi momenti oscillano
dall'alto al basso, come a porre una domanda senza risposta. Più tardi, verso la
fine delle esequie, raggiungerà i posti riservati alle autorità.
Si
comincia con il messaggio del Papa letto dal suo segretario personale, monsignor
George Gaenswein. Benedetto XVI definisce il terremoto "un'immane tragedia" ma
chiede che si "continui a sperare senza cedere allo sconforto". In attesa di una
sua visita in Abruzzo il Santo Padre dice di "condividere l'angoscia" e chiede a
tutti "il coraggio di continuare a sperare senza cedere allo sconforto".
Assicurando che la Chiesa "farà la propria parte", adesso che è il momento
"dell'impegno in sintonia con gli organismi dello Stato".
Poi tocca al cardinal Bertone invitare alla speranza:
"Sotto le macerie dell'Abruzzo la c'è la voglia di ripartire, di tornare a
sognare". E nelle parole del prelato si fa strada il ricordo di Marco Cavagna,
il pompiere morto per infarto mentre cercava di aiutare le vittime.
La
commozione è palpabile. Le lacrime rigano i volti. Anche quelli dei rugbisti
della squadra dell'Aquila. Sotto le macerie ha perso la vita uno di loro,
Lorenzo Sebastiani, il pilone della squadra. Sulla bara qualcuno ha steso la
maglia della Nazionale. Dolore e ancora dolore. C'è chi non regge e viene colto
da malore. Chi si aggrappa ai volontari della protezione civile cercando
conforto. Bertone e il vescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari,
benedicono le bare. Le note del Miserere rompono il silenzio. E' un dolore che
unisce quello di oggi. Cristiani e mussulmani sono morti sono le macerie. Lo
dice anche l'imam che legge un messaggio che parla di fratellanza tra le genti.
Alcuni parenti passano davanti alle sedie delle autorità, quasi per
ringraziare. C'è una signora con un golf grigio e un grosso cerotto
sull'orecchio che vuole stringere la mano a tutti: presidenti, premier,
ministri. Lo fa con paziente insistenza e, a uno a uno, Napolitano, Berlusconi,
Ciampi, Letta, Fini, Schifani, si alzano e l'abbracciano. E' un gesto come di
coinvolgimento; contiene una richiesta d'impegno preso personalmente tra la
signora col golf grigio e le autorità in grisaglia.
All'esterno una fila
interminabile di carri funebri attende la fine dei funerali. La maggior parte
della bare saranno sepolte nel cimitero dell'Aquila. Fuori i volontari non si
fermano. Continuano a scavare tra le macerie. Nonostante le scosse non smettano
di far tremare la terra
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